La “Settimana Santa” del rito romano, definita nel rito ambrosiano “Settimana autentica” e nel rito bizantino “Grande e Santa Settimana” (in greco “Aghìa kje Megàli Evdhomàs” e in albanese “Java e Madhe”), con la diversa denominazione rivela la grande importanza che questa ricorrenza riveste nella tradizione dei tre riti: settimana modello per tutte le altre settimane dell’anno liturgico.

Nel continuo ed emozionante alternarsi di parole (preghiere, letture dei testi sacri) e di suoni (canti antichi e recenti della tradizione bizantina), nella spettacolare coreografia delle numerose immagini sacre (icone), nella magica atmosfera impregnata di incenso (in ogni celebrazione), di profumi (venerdì) e di alloro (sabato), i fedeli con la mente, l’anima ed il cuore partecipano profondamente alla celebrazione dei grandi misteri della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo.

Pasqua a Contessa Entellina - Java e madhe

I PRIMI TRE GIORNI

Nei primi tre giorni della Settimana Santa nella parrocchia greca viene celebrato “L’ufficio del Ninfios (Sposo)” con antichi canti e preghiere: viene esposta al culto dei fedeli l’icona di Cristo, che è lo Sposo della nota parabola evangelica, come viene ricordato in varie preghiere ed in particolare nel Mattutino del Lunedì, del Martedì e del Mercoledì  Santo, le cui parole particolare  (testo originale in greco e traduzione italiana) sono ornate da suggestive note dell’antica tradizione musicale bizantina “Ecco, lo Sposo viene nel mezzo della notte. Beato il servo che Egli troverà desto; indegno invece colui che troverà ozioso. Bada, anima mia, di non lasciarti prendere dal sonno, per essere consegnata alla morte ed esclusa dal Regno. Rientra in te stessa ed esclama: Santo, Santo, Santo sei, o Dio, per l’intercessione della Madre di Dio, abbi pietà di noi”.

La Liturgia dei Presantificati (canti e salmi penitenziali con le Specie eucaristiche, pane e vino, consacrate nella Divina Liturgia della domenica precedente) è una tipica celebrazione della Quaresima di Pasqua (ogni mercoledì e venerdì).

IL GIOVEDI'

Il giovedì Santo invece i fedeli rimangono a lunëëgo a pregare per la celebrazione del Vespero solenne, seguito dalla Divina Liturgia.

IL VENERDI'

Il Venerdì Santo le preghiere iniziano al mattino con la visita ai “Sepolcri” nelle varie chiese, in gruppi organizzati o singolarmente, e nella tarda mattinata la lettura dei Vangeli della morte e passione di Gesù.  La sera si svolge per le vie del paese la processione col Cristo morto, deposto nell’urna (tradizione occidentale), e con l’Epitàfios, Cristo deposto dalla croce raffigurato con preziosi ricami su un drappo (tradizione tipicamente orientale). Durante la processione è recitata ed in parte cantata la via crucis in lingua albanese, alternata anche con canti popolari in greco ed in italiano.

IL SABATO

Giorno di meditazione e di attesa, durante la celebrazione solenne del Vespero e della Divina Liturgia il suono delle campane preannuncia l’imminente Resurrezione di Cristo e, mentre i fedeli alternano ad ogni versetto del salmo 81, cantato dal celebrante, il canto in greco “Sorgi, o Dio, e giudica la terra, perché tu avrai eredità in tutte le genti”, tutta la chiesa viene cosparsa di foglie di alloro. 

Vespro e divina Liturgia di S. Basilio

La notte del sabato alle 23.00

viene celebrata la suggestiva funzione della luce e poi la solenne Divina Liturgia, durante la quale si ripete tantissime volte l’inno della Resurrezione, in greco, in albanese ed in italiano: “Cristòs anésti ek nécròn, thanàto thànaton patìsas, kjé  tis en tis mnìmasi zoìn harisàmenos - Krishti u ngjall! Aì tue vdekur ndridhi vdeqjen e shkretë e të vdekurvet te varret i dha gjellën e vërtetë - Cristo é risorto dai morti; morendo ha vinto la morte ed ha donato la vita a quelli che giacevano nei sepolcri”.

 

Mattutino della Resurrezione

Quindi i fedeli, dopo aver baciato il libro del Santo Vangelo, retto dal celebrante, si scambiano l’abbraccio di pace dicendo (in greco, o in albanese o in italiano): “Cristòs anésti! - Krishti u gjall! Cristo é risorto!” e ciascuno risponde “Alithòs anésti! - Vërtetë u gjall! - Veramente è risorto!”. Questo saluto pasquale viene scambiato fino alla vigilia dell’Ascensione, anche quando ci si incontra per le strade.

Alla fine della funzione i giovani  annunciano con un tradizionale canto albanese la Resurrezione di Cristo, accettando dal padrone di casa in omaggio uova, formaggio, dolci.